Un caffè con… Ludovica Albanelli

Riavvolgiamo il nastro: contatto Ludovica Albanelli un po’ di tempo fa, le propongo di fare un’intervista…e mi dice: «Accetto volentieri di fare un’intervista con LEI»… Ho pensato: «Questa mi dà del lei… giustamente, non mi conosce, ma una domanda mi sorge spontanea tra me e me: “Sono cosi’ vecchio per una ventenne?” C’e’ solo una risposta: ” Sì Francy, fattene una ragione!».

E vabbè, ne prendo atto.

Comunque l’ho quasi minacciata di darmi del tu e Ludo si è subito adeguata. «Allora Ludo, quando vogliamo incontrarci?». E lei: «Sono libera solo il mercoledì dalle 15 alle 18». Andiamo bene, ho pensato… agli ordini Comandante Albanelli! Ho già capito il suo caratterino…

Ci troviamo al PalaRossini, prima del suo allenamento. Si presenta puntuale come un orologio svizzero e, per me, già guadagna 10.000 punti perché la puntualità è sinonimo di serietà. Ci accomodiamo davanti alle vetrate del palas, mi guarda con i suoi occhi azzurri, quell’azzurro intenso che assomiglia tanto al colore dell’oceano che ha sorvolato svariate volte. Mi trovo di fronte una bellissima ragazza. Ci troviamo subito a nostro agio: è una sensazione che io provo sempre a pelle, quando so di intervistare una bella persona, così come lo è stato in passato con le sue due compagne di squadra (Lucia Mandolesi e Aby Yousuf) e prima ancora con i due guru del basket dorico (ogni riferimento a Graziano Pinat e Claudio Sordoni NON è puramente casuale).

All’improvviso sento una voce dietro di noi: «Ma come… Neanche mi saluti???» Mi giro e vedo la capigliatura folta di Maurizio Marsigliani . Gli dico: «Ecco, ti ritrovo pure qui …dopo che mi fai, qualche volta, da spalla tecnica nelle telecronache dell’Attila Junior Porto Recanati. Allora è una persecuzione!».

Sarà un caso che le belle persone sono destinate ad incontrarsi? No, non è un caso. Coach Mars ci lascia subito e Ludo mi dice che è stato uno dei suoi tanti allenatori. «Ho iniziato a giocare a 5 anni e fino a 14 anni ho giocato solo con i maschi, poi ho iniziato tutta la trafila del settore giovanile seguendo i consigli di mio zio Corrado (attuale Responsabile Tecnico del Cab Stamura Ancona, ndr), di mio papà Stefano (anche lui ex giocatore ed ora medico affermato, specialista in Ortopedia e Traumatologia, ndr-2), di mamma Cristiana (campionessa di nuoto, ndr-3), ma soprattutto dei nonni Massimo e Floriana».

Ecco, qui apriamo volentieri una bellissima parentesi durata 74 anni per nonna Floriana (per me la signora Floriana), che è venuta a mancare nel febbraio del 2021. «Nonna era tutto per me. Spesso stavo con lei quando ero piccola a Pianello Vallesina, mi portava sul palmo della mano ogni volta che pronunciava il mio nome con gli altri». Qui gli occhi di Ludovica si fanno tristi ed allora io capisco (avendo provato di persona cosa significhi perdere una nonna) che non è il caso di insistere con nessun’altra domanda perché credo che, a volte, non bisogna invadere l’intimità e la sfera personale di chi si ha di fronte, soprattutto se la ragazza in questione ha appena 21 anni. Lo dico io per lei chi era la signora Floriana: una grande donna (e questo me lo ha confessato anche Ludo), la “Signora del Minibasket” che ha avuto l’intuizione giusta tanti anni fa, ovvero scindere la prima squadra della Stamura dal settore giovanile, creando un vivaio, un esercito di ragazzini, affiancato da tecnici preparati con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti (vedi Pajola e Polonara). Cara signora Floriana, ci sta mancando tanto, non solo ai suoi cari, ma anche a tutti noi, ma da lassù, Ludo ed il suo fratellino Enrico, avranno sempre un angelo custode sul quale poter contare, ovvero la loro amata nonna. Un allenatore verso il quale ti senti più legata? «Senza far torto a nessuno, è sicuramente mio zio Corrado che è stato il mio coach per molti anni nelle giovanili».

Il talento di Ludovica cresce in fretta, di pari passo con la sua voglia di imparare e migliorarsi. Partecipa a due Trofei delle Regioni con la sua annata, ma la svolta arriva a giugno del 2017. Ludo decide di partecipare al WBSC Supercamp di Sportilia, uno dei ritrovi del basket giovanile che racchiude ragazzi e ragazze dai 10 ai 20 anni. Benedetta fu quella decisione. «Vengo avvicinata da un tecnico dell’Arizona, John Saintignon, scopritore di talenti, mi parla in inglese e capisco che mi sta offrendo una borsa di studio per giocare e studiare negli Stati Uniti e precisamente a Santa Fe Springs in California, presso uno dei college piu’ prestigiosi, la Saint Paul High School. Ho capito subito che poteva essere il sogno della mia vita!», mi dice Ludo con i suoi occhi azzurro mare che brillano ancora di più.

«I miei prendono contatti con la famiglia che mi avrebbe ospitata ed il 26 settembre 2017, la partenza dall’Italia». Ludovica, a soli 15 anni, lascia tutto, amicizie comprese e vola per toccare con mano il suo grande sogno. «All’inizio è stata dura – mi confessa – mi sono trovata catapultata in una località della quale non conoscevo minimamente l’esistenza, a parlare l’americano che non è proprio come l’inglese, ma assomiglia più ad uno slang. Mamma, che ha studiato a Londra, mi ha sempre sostenuta e quindi capiva perfettamente che, per me, poteva essere la grande occasione, l’occasione della mia vita!».

Ma non ti mancavano i tuoi? «Certo che mi mancavano… ma fortunatamente c’erano le videochiamate ed ogni tanto, quando io non potevo muovermi, venivano a trovarmi a Natale oppure a Pasqua. Poi, dopo tre anni, mi sono diplomata là, in una sorta di liceo scientifico sportivo se vogliamo equipararlo all’Italia».

Dopo appena un anno di permanenza al college, Ludovica viene premiata come migliore giocatrice offensiva della sua squadra, più svariati titoli di Mvp. Coach Saintignon ci aveva visto giusto in quella 15enne… dagli occhi azzurri.

Poi, all’improvviso, il buio. Il ginocchio fa crack. «Stavo giocando il terzo quarto di una partita fondamentale per l’accesso ai playoff. Faccio un movimento tutto da sola, senza nessun contrasto e sento uno… stac». Rottura del legamento crociato del ginocchio, il rientro precipitoso in Italia. «In America mi avevano proposto di curarmi nelle migliori strutture, ma io mi fidavo solo di una persona: il mio papa».

E così, per Ludo, inizia un lungo periodo di riabilitazione, sacrifici e dolori. Credete che si sia arresa? Forse, se stessimo parlando di un’altra ragazza, la risposta sarebbe stata affermativa, ma non conoscete il carattere e la forza mentale di Ludovica. Morale della favola? Dopo l’ok da parte dell’equipe medica, Ludo, più determinata che mai, torna a sorvolare l’oceano per riprendere a giocare e studiare. Arriva l’ennesimo titolo Mvp, considerate che il livello della sua squadra del college è davvero alto. Ragazzi, Ludo è tornata più forte di prima.

Ma in tutto questo, Kobe Bryant… Non capisco… Raccontami tutto: «L’ho incontrato il giorno prima che succedesse la tragedia. Avevo saputo di un torneo amichevole che si sarebbe disputato nel centro sportivo fatto costruire proprio da Kobe. Siccome giocava anche la figlia di Kobe, Gianna, con la mia amica messicana Frida decidemmo di andare. Sveglia presto, arrivammo alla periferia nord di Los Angeles e mi trovo di fronte uno spazio indoor enorme, un posto da sogno. C’erano alcune partite prima, poi, alle 10 di mattina, la visione: arriva Kobe con la sua squadra, il campo da basket si è immediatamente riempito ed io ero lì, ad un metro da lui (mi fa vedere il video), ma ti rendi conto??? Felpa nera con il simbolo del Mamba, cappellino nero».

Poche ore prima di quel maledetto 26 gennaio 2020…

Senti Ludo, ma che impressione ti ha fatto? «Era tranquillissimo, la cosa che più mi ha colpito e che non se la tirava per niente, parlava tranquillamente con la propria squadra e trattava sua figlia al pari di tutte le altre. Quella fu la prima e l’ultima volta che vidi Kobe e sua figlia Gianna. Il giorno dopo mi telefona mia madre: “Ludo, hai sentito… che tragedia…” – ed io: “Di cosa stai parlando mamma?” “Ma come, non hai sentito? Bryant, sua figlia Gianna ed alcuni membri dell’equipaggio si sono schiantati con l’elicottero!”. Per un attimo non ci ho capito nulla, ho acceso la Tv ed ho iniziato a realizzare. Com’è possibile???? Non può essere vero. L’ho visto il giorno prima, ad un metro da me…». Sulla città è sceso un silenzio surreale. Dappertutto c’erano foto di Kobe e Gianna, candele, fiori. «Ti giuro, ci ho messo tanto per realizzare che fosse tutto vero».

Torniamo a noi. Una volta diplomata nel 2020, lasci definitivamente Santa Fe Springs ed in Italia ritrovi le tue compagne e la tua squadra del cuore, il Basket Girls e coach Sandro Castorina. «Perdemmo gli spareggi nel concentramento che ci avrebbe permesso di poterci giocare la A2». Il sogno dell’A2 sfuma, ma non per Ludovica che, proprio nell’estate successiva, venne chiamata dall’Halley Thunder Matelica. «Per la prima volta nella mia vita, mi sono trovata a giocare in un campionato, per me sconosciuto, come quello di A2. Mi sono trasferita a Matelica e conservo un bellissimo ricordo di quell’esperienza».

Ludovica Albanelli infila la tripla decisiva a 35″ dal termine del secondo overtime della gara contro Patti (foto di Martina Lippera)

Ok Ludo, ma prima devi spiegarmi una cosa: mi dici il significato di “intanto ti calmi”? Si mette a ridere… «Prima dell’ esperienza a Matelica, io, Stefania Maroglio , Giulia Pierdicca ed Emilia Garcia Leon, per tenerci in forma, decidemmo di iscriverci al torneo 3×3 di Cesenatico. Non avevamo nessuna pretesa ed invece iniziammo a vincere e prenderci gusto. Battemmo giocatrici molto più titolate, una per tutte la serba Milica Micovic, classe 1984, con tanti anni di A1 alle spalle e vincitrice di uno scudetto. Mi ricordo che si incazzò tantissimo… Insomma, per fartela breve, arrivammo in finale, perdemmo 11-6, ma le nostre avversarie erano davvero brave e più grosse di noi: Sara Madera, Bocchetti, Hernandez, Boccalato)».

Sì ma non mi hai risposto… perché vi chiamavate “Intanto ti calmi”? «Praticamente usavamo spesso quell’espressione negli spogliatoi e sui social… e divenne il nome ufficiale della nostra squadra di 3×3».

“Intanto vi calmate”

Che idea ti sei fatta di questa stagione? «Eravamo partite bene, forse abbiamo puntato sul fattore sorpresa, ma presto le nostre avversarie ci hanno preso le misure e siamo entrati in un tunnel senza via di uscita. Voglio un gran bene a coach Sandro Castorina, ma avevamo capito tutte noi che ci voleva una svolta! La francese Diane’? Non è stato quello il problema, almeno questa è la mia idea, dovevamo “svoltare” e soprattutto cambiare atteggiamento». Tu che voto ti daresti fino a questo momento? «Un 6/7, non di più. Pretendo sempre tanto da me stessa, so che posso fare decisamente meglio».

Certo che tiri tanto da 3, addirittura più di 100 volte nelle 20 partite che avete disputato fino ad oggi… E Ludo ride. «E’ vero, mi viene naturale, così come saltare e giocare in velocità». Dimmi un tuo pregio, un tuo difetto e cosa ti fa più incazzare in una persona. «I miei pregi credo siano l’umiltà e la determinazione, valori che ho imparato nel basket fin da piccolina. Il difetto? Sono testarda, tanto testarda. Cosa mi fa più incazzare? La falsità delle persone: amici di facciata e poi ti pugnalano dietro le spalle».

La tua giornata tipo, invece? «Beh, sveglia alle 8, poi mi fiondo all’Università, studio Interior Design all’Accademia Poliarte di Ancona, sto lì dalle 9 alle 18. Ogni tanto, in pausa pranzo vado in palestra, poi allenamento serale e torno a casa non prima delle 22.15. Solo il mercoledì ho qualche ora libera».

Ludo, un’ultima cosa, forse la più importante: dimmi un tuo sogno: «Quello di giocare nel massimo campionato professionistico femminile americano, la Wnba! Quando ero in California ho visto parecchie partite sia di Nba che di Wnba. Comunque (ride) mi accontento anche della nostra A1».

Finisce qui, la nostra intervista con Ludovica Albanelli, ragazza solare che da Camerano, a soli 15 anni, ha avuto la forza ed il coraggio di abbandonare tutto e tutti e di inseguire il suo sogno…andando a giocare e studiare negli Usa. Ma prima di lasciarci, mi accompagna nella palestrina del Palarossini: «Ecco, vedi? Quello è mio fratello Enrico, classe 2008, che gioca con l’Under 15 e 17 del Cab Stamura». Ci credete che ha le stesse movenze della sorella maggiore? «E’ bravissimo tecnicamente, solo se avesse un po’ piu’ di testa...». Ma come Ludo, ha appena 15 anni…e lei: «Si, ma io, alla sua età ero già in America!»

Notizia dell’ultima ora: Enrico è come se avesse sentito le parole di sua sorella: è stato appena convocato per partecipare al raduno degli atleti a disposizione della Nazionale Under 15 che si svolgerà a Livorno dal 24 al 26 marzo 2023. Avra’ pensato: «Tie’, beccate questa Ludo!».

Anche oggi ho avuto il piacere di conoscere un’ altra bella persona, dopo Lucia Mandolesi ed Aby Yusuf, Ludovica Albanelli sogna in grande. Lasciamo che i loro sogni possano uscire da quel cassetto. Io, dopo ogni intervista, esco sempre arricchito, oggi più che mai. Ciao Ludo, ricordati solo una cosa: se giocherai in A1, oppure ancora meglio nella Wnba, sarà il sottoscritto a commentare le tue partite. Su questo non transigo. Grazie mille Ludo e viva il basket, sempre!

di Francesco Vallesi